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Nel 1999 l’ONU definisce la violenza di genere come “ogni atto di violenza basato sul genere che abbia come risultato possibile o reale un danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce e la privazione arbitraria della libertà, sia che questo accada nella vita pubblica o privata”.
Quando pensiamo a episodi di violenza di genere dobbiamo considerare il trauma che permane a posteriori in chi lo subisce.
Vari studi dimostrano -ma non é difficile immaginarlo- che in molti casi c’è una grande difficoltà a verbalizzare l’esperienza ed é anche per questo che l’Arteterapia può rivelarsi un’ottima possibilità essendo un accompagnamento terapeutico che utilizza la creazione artistica come modo per facilitare l’espressione e la risoluzione di conflitti emotivi o psicologici.
Pereira spiega che i ricordi traumatici mancano di una narrazione verbale e sono codificati sotto forma di sensazioni vivide e immagini. Potrebbero quindi essere elaborati in modo simbolico attraverso la creazione artistica in maniera tale che l’opera contenga le emozioni associate all’evento: in questo modo è consentita una distanza tra il contenuto doloroso dell’immagine esteriorizzata e la persona, permettendole di affrontare l’immagine, invece dell’emozione interna.
Ci tengo a specificare che l’Arteterapia è una disciplina che collabora con altre professioni socio-sanitarie o educative: quando parliamo di violenza di genere é sicuramente un accompagnamento prezioso, ma idealmente va di pari passo con un percorso psicoterapeutico